Pura poesia

Madrugada de sexta, 02h35, um leve frio litorâneo.

Café da manhã:Café com leite e torradas.
Almoço: As maravilhas da Keiko, e seu restaurante japonês agradabilíssimo.
Jantar: Pizza no Van Gogh.
Na madrugada: nada.
O que ouço
: meus pensamentos em meio a um silêncio de paz.

Nosso olhar, no horizonte, sempre vai mais longe.

E nós dois, eu sei, que acharei um caminho.

Amanhã, simplesmente,

Tudo é diferente e melhor,

No mau ou pior,

Vou estar contigo.

Todo o dia é dia de aprender,

E viver...

Tempo de fazer e acontecer.

Todo dia é dia de recomeçar,

Todo dia é de sonhar,

E viver.

Tempo de fazer e acontecer.

*Com Guilherme Marino*

5 comentários:

Kagê disse...

Desolazione del povero poeta sentimentale

Autore: Sergio Corazzini


Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: non ha che le lagrime da offrire al Silenzio.
Perché tu mi dici: poeta?
Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.
Le mie gioie furono semplici,
sempilci così, che se io dovessi confessarle a te arrossirei.
Oggi io penso a morire.
Io voglio morire, solamente perché sono stanco;
solamente perché i grandi angioli
su le vetrate delle cattedrali
mi fanno tremare d'amore e di angoscia;
solamente perché, io sono, oramai,
rassegnato come uno specchio,
come un povero specchio melanconico.
Vedi che io non sono un poeta:
sono un fanciullo triste che ha voglia di morire.
Oh, non meravigliarti della mia tristezza!
E non domandarmi;
io non saprei dirti che parole così vane,
Dio mio così vane,
che mi verrebbe da piangere come se fossi per morire.
Le mie lagrime avrebbero l'aria
di sgranare un rosario di tristezza
davanti alla mia anima sette volte dolente
ma io non sarei un poeta;
sarei semplicemente, un dolce e pensoso fanciullo
cui avvenisse di pregare, così, come canta e come dorme.
Io mi comunico del silenzio, cotidianamente, come di Gesù.
E i sacerdoti del silenzio sono i romori,
poichè senza di essi io non avrei cercato e trovato il Dio.
Questa notte ho dormito con le mani in croce.
Mi sembrò di essere un piccolo e dolce fanciullo
dimenticato da tutti gli umani,
povera tenera preda del primo venuto;
e desiderai di essere venduto,
di essere battuto
di essere costretto a digiunare
per potermi mettere a piangere tutto tutto solo,
disperatamente triste,
in un angolo oscuro.
Io amo la vita semolice delle cose.
Quante passioni vidi sfogliarsi, a poco a poco,
per ogni cosa che se ne andava!
Ma tu non mi comprendi e sorridi.
E pensi che io sia malato.
Oh, io sono veramente malato!
E muoio, un poco, ogni giorno.
Vedi: come le cose.
Non sono, dunque, un poeta:
io so che per esser detto: poeta, conviene
viver ben altra vita!
Io non so, Dio mio, che morire.
Amen.

Anônimo disse...

Muito boa letra. Vc e o Guilherme mandaram muito bem. Já tem melodia? Bjs.

Anônimo disse...

leggere l'intero blog, pretty good

Anônimo disse...

quello che stavo cercando, grazie

Anônimo disse...

Si, probabilmente lo e